martedì 21 ottobre 2014

Quella rabbia senza senso

E' vero: sono una donna sola con due bambini da crescere.
E' vero:  ho davvero tante cose a cui pensare.
E' vero che, tra casa, lavoro e figli, il tempo non mi basta mai.
E' vero che avrei bisogno, non dico tanto, ma di 2/3 ore in più al giorno!
E' vero che "sorella ansia" e "fratello stress" fanno da sottofondo a tutte le mie giornate.
E' vero che a volte finisco per trascurare temi molto importanti.
E' vero anche che questi temi molto importanti spesso riguardano la mia salute.
E poi oscillo. A volte mi sento una roccia e altre volte mi sento un granellino di sabbia.
A volte mi nutro solo di persone e circostante positive, altre volte ricerco negatività e attiro ossessioni.
A volte preparo degli ottimi pranzetti,  altre volte invece metto in tavola solo un po' di pane e formaggio.
A volte sono tanto paziente da stupirmi di me stessa e altre volte basta un niente per farmi saltare i nervi.
Nel complesso mi sento soddisfatta e serena: me lo ripeto ogni giorno!

Poi, dopo tutte queste riflessioni, arriva un momento in cui ti rendi conto che qualcosa non va.

Ieri sera ho "strattonato mia figlia spingendola e facendola cadere" solo perché lei, per sbaglio,  aveva fatto scivolare il fratellino più piccolo nella vasca da bagno. Dopo questo gesto ho visto la paura sul volto della mia piccola e ho avuto paura a mia volta.
Come è possibile che mia figlia sia spaventata dalla sua mamma? Ho realizzato questo e mi sono messa a piangere come una bambina piccola anche io.
Non ho capito perché, non ho capito quale istinto mi ha portato a strattonare in malo modo la mia bambina.
Ma so che un istante dopo l'accaduto ho visto la mia bambina interiore, quella che tutti noi ci portiamo dentro dalla nostra infanzia ma che non riconosciamo, quell'essere piccolo e indifeso in cerca di amore che rimuoviamo dal nostro pensiero cosciente, ma che scandisce molte cose del nostro essere presente.
E mi sono detta: forse anche io ho avuto paura della mia mamma quando ero piccola? Sto replicando da adulta un comportamento che mi ha fatto male da bambina?
E allora mi sono ricordata della storia di  quel  piccolo cucciolo di  elefante, che,  legato per una zampa a un albero, impara a rinunciare a liberarsi a causa della sofferenza procuratagli dai suoi sforzi dolorosi, il  pensiero del dolore rimane nei suoi comportamenti per tutta la vita, e anche quando l'animale è talmente cresciuto da poter sradicare un albero dalle radici lui  rinuncia all'esperienza, ci rinuncia per tutta la vita.

La mia rabbia di ieri sera non ha senso, da qualsiasi parte del passato essa provenga non ha senso.
Il passato non può pesare così tanto da farmi legare simbolicamente ad un albero la mia bambina.
Così, all'improvviso dopo il gesto e la rabbia, è arrivata questa consapevolezza,  con lei è arrivata anche una sensazione, profonda e radicata, che, proprio da questa nuova potente consapevolezza, incomincia il mio cammino.

9 commenti:

  1. Può capitare, siamo umane!
    Un esame di coscienza è doveroso, ma non essere troppo severa con te stessa (non lo scrivi, ma è facile immaginarti...)
    Continua ad essere propositiva e positiva: ogni tanto si inciampa, ma il cammino che hai intrapreso è sempre lì.
    Ci proverò anch'io...che dimentico spesso che mia figlia ha solo 15 mesi e "non lo fa apposta"!

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  2. Non essere troppo severa con te stessa. Credo sia importante anche far vedere ai nostri figli che qualche volta sbagliamo e poi ammettendo i nostri sbagli.
    Forse quel gesto voleva dire tantissimo, forse pochissimo o forse niente.
    Sicuramente il fatto che lo stai analizzando vuol dire che vale meno di ieri ;)

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  3. E' bellissimo trovarvi sempre così attenti ai miei post, dopo tanto tempo pensavo davvero che nessuno mi avrebbe più letto. Mi date voglia di continuare a scrivere anche se il tempo è sempre meno e la stanchezza sempre di più.
    GRAZIE DI CUORE (p.s. anche per le vostre riflessioni sull'eccessiva severità).

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  4. Capita a volte di avere dei comportamenti e dei gesti, con i nostri figli tanto amati, bruschi, aggressivi, che fanno stare male loro e feriscono anche noi, nel profondo. Lo dico perché ci sono passata anche io e mi capita a volte, quando sono "alla frutta", anche se mi sono analizzata e so perfettamente che è una cosa deleteria.
    Mi capita di gridare, di usare la voce per esprimere rabbia, risentimento, non per loro ma per le situazioni, per un senso di impotenza che a volte mi prende e mi lascia inerme in balia degli eventi, una specie di onda d'utro che li colpisce all'improvviso. Mi viene una voce trasfigurata che in effetti fa paura, lo vedo nei loro occhi. Poi passa, come una tromba d'aria che si dissolve, ma intanto qualche danno l'ha fatto. Non è facile avere sempre le risorse per affrontare al meglio le situazioni difficili, anche con i bimbi. Certo, deve partire da noi il percorso per cambiare e migliorare, per imparare a reagire meglio nelle situazioni difficili. Il nostro amore per loro non è in discussione e loro sanno.
    Un abbraccio

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    1. Grazie per il contributo e, sopratutto, grazie per la condivisione del tuo vissuto. Aiuta sapere che non si è soli nel provare certi disagi importanti!
      L'emozione della rabbia è un'emozione sana, il problema e che spesso si accumula rabbia inespressa e allora tutto diventa potenzialmente pericoloso.
      Mi ha fatto piacere conoscerti.

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  5. Ciao! Ti lascio il premio Liebster Award: ti ho taggata qui

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    1. Perdonami mia cara ma sono stata assente un po' dal blog. Tanti impegni fuori casa e poco, pochissimo tempo per dare qualità e sentimento ai miei post e così ho deciso che, in contraddizione con tutte le regole della buona promozione online, tornerò a scrivere quando l'ispirazione e la connessione empatica con il mio blog torneranno a farsi vive....intanto mi guardo il tuo premio e ti ringrazio di cuore per l'attenzione che mi dedichi: ha un grande senso per me e per la mia anima di blogger in erba!

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  6. A me è capitato proprio ieri di alzare la voce con mia figlia di 4 anni, in una situazione in cui di solito sono molto paziente. Lei ha reagito urlando a sua volta e versando qualche lacrima. Mi sono sentita così colpa! Ma è stato ben più importante il finale: dopo lo sfogo, ci siamo abbracciate sul divano e abbiamo parlato di quel che era successo. Capitano, ah se capitano, momenti di rabbia ma il dialogo cancella tutto. Tu sei una persona molto sensibile e sono certa che troverai sempre il modo di superare i momenti di crisi.
    Buona giornata.
    Ketty

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    1. Grazie per questa condivisione, sono un po' ferma e ho letto il tuo commento un po' in ritardo!| Tante cose stanno succedendo e ho bisogno di fare posto per continuare a scrivere. Intanto ti abbraccio.

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