martedì 31 marzo 2015

Caro Babbo Pasquale...

.....è dall'età di 10 anni che ho smesso di credere al tuo più famoso fratello invernale e ne sono contenta, l'ho sempre considerato il prodotto di una cultura consumistica e frivola. Tu invece sei diverso, non esisti per la TV, non esisti per la pubblicità, non esisti per internet, non sei vestito di rosso e non mi evochi spreco e superficialità e, quindi, ti sento vicino.
Sento che potrei confidarti i miei desideri più profondi e addirittura aspettarmi che tu li esaudisca, spero, quindi, che mi leggerai con attenzione.
PRIMO DESIDERIO
Vorrei che mi aiutassi a far arrivare ai miei figli l'amore e il  rispetto che sento per la loro natura pura ed istintiva.
Io ci penso spesso a questo rispetto ma non sempre riesco ad esprimerlo, lo stress del quotidiano mi consuma;  a queste "meravigliose creature" riservo, spesso, solo il mio lato peggiore.
Quindi, se ti capita di incontrare i miei cuccioli, magari mentre corrono spensierati tra prati fioriti, fai in modo che possano sentire tutta la mia gratitudine e riconoscenza, vorrei sapessero che  sono "onorata" di essere la loro mamma.

 SECONDO DESIDERIO
Vorrei che stessi vicino alla mia mamma, lei è molto anziana e stanca e non sempre riesce a sostenere le difficoltà quotidiane che si trova a gestire con mio fratello: ragazzo solo e in difficoltà. L'ho allontanata per anni dalla mia vita e ora che le ho chiesto di entrare sento di non avere abbastanza energie per starle vicino.
Anche per questa Pasqua non riesco ad andare a trovarla e mi manca un po', questo che vedi sotto è un suo anello di gioventù, credo che glielo avesse regalato il mio papà come anello di  fidanzamento:  qualche settimana fa ha deciso di regalarmelo e  mi sono emozionata nel riceverlo.
Desidero che la mia mamma senta la mia vicinanza anche se sono a 500 km di distanza.
Vorrei poi che sentisse il mio amore di figlia che, essendo anche mamma, percepisce  il senso profondo di questa condizione straordinariamente difficile.
TERZO DESIDERIO
Ho una cara amica che, tra problemi di salute e problemi familiari, in questo periodo sta veramente affogando, lei è brava a resistere alle intemperie ma ho paura che queste tempeste siano troppo violente anche per una mente e un corpo abituato a incassare. Vorrei mi aiutassi a sostenerla, sostenerla nel modo che lei vuole, senza invadere il suo universo emotivo, senza chiederle di concedersi troppo. Forse mi basta anche che lei mi percepisca come un sostegno, a volte il solo pensare che c'è "un aiuto" consente di attivare i circuiti giusti per generare positività e forza.
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QUARTO DESIDERIO
Riguarda me: non sono abituata a chiedere qualcosa per me ma questa volta lo voglio fare.
Sento di meritarmi il lusso di concedermi qualche desiderio:
- vorrei più fiducia e meno giudizio
- vorrei meditare tutti i giorni perché la parte più profonda di me sente che questa pratica è una strada
- vorrei  valorizzare il mio cuore per le potenzialità che esprime ma che io, ostinata, continuo ad ignorare.
E poi vorrei uno specchio e una finestra per guadare...
...e che la vista sia profonda e intensa, proprio come lo sguardo che ho perso quando ero bambina!
Grazie.

La tua Carmen

domenica 15 marzo 2015

Come "deprimere" una mamma che ha buone intenzioni


Punto 1. Portarle via il figlio di 4 anni malato con febbre alta e fare in modo che non lo possa vedere per qualche giorno.
Punto 2. Somministrare ai suoi figli cibo-spazzatura ogni giorno. Argomentare che le eccezioni sono permesse anche se  un'eccezione ricorrente equivale ad una regola!
Punto 3. Comprare giocattoli inutili  e acquistare compulsivamente per sopperire alle proprie carenze affettive.
Punto 4. Proporre costantemente la televisione come mezzo di distrazione e di stordimento. Fare  in modo che possa essere netta la differenza con la mamma che, invece, ha scelto consapevolmente di non possedere un apparecchio televisivo.
Punto 5. Trasmettere  materialismo e attaccamento al denaro, pur non contribuendo con una lira alla sopravvivenza dell'altro genitore.
Punto 6. Fingere gioia costante, come se il dolore e la tristezza non facessero parte di questa vita.  Allontanare i sentimenti negativi perchè da loro non potrà arrivare niente di buono, peccato che questi sentimenti negativi prima o poi arriveranno comunque!

Potrei continuare all'infinito ma mi fermo.

Se faccio l'elenco delle attitudini quotidiane del  papà dei miei figli mi vengono tanti dubbi e mi chiedo come io  abbia mai potuto sceglierlo per riprodurmi biologicamente.
Ma, anche se mi astraggo da cotanta radicalizzazione, resta il turbamento per tutte queste profonde differenze.
Faccio una fatica immensa a mediare costantemente e trovare un punto d'equilibrio per il bene dei figli, anche lì dove un punto d'equilibrio proprio non regge.
Non regge il mio costante legittimare e valorizzare il papà.
Non regge la mia responsabilità e la mia stanchezza in confronto alla sua leggerezza e comodità.
Non regge il mio sereno ottimismo in confronto al suo patologico "perbenismo".
Non regge la sua finta generosità in contrapposizione alla mia autentica sobrietà.
Non reggo io pensando che con quest'uomo dovrò 'bene o male' confrontarmi per il resto della mia vita.

E così decido di arrendermi.
Mi arrendo al suo esserci.
Mi arrendo al suo essere parte di questa storia.
Mi arrendo al fatto che i figli sono come dei "semi buttati in un campo di grano", facciamo di tutto per farli crescere sani e forti senza contare che anche il clima, le stagioni e le erbacce intorno contribuiranno al loro sviluppo.
Mi arrendo: NON POSSIAMO CONTROLLARE TUTTO!
E allora inizio a sentire il rispetto.



Rispetto per quello che siamo stati  e per il ruolo che lui ricopre.
Rispetto perché i miei figli hanno bisogno di lui e, quindi, io ho bisogno di lui.
Rispetto perché lui ama i nostri figli e si dedica a loro e, anche se  a me può sembrare poco, lui fa il meglio di quello che può.
Non è un rispetto dettato da congiunture mentali di pura convenienza, è un rispetto più primitivo, un rispetto che nasce dal fatto che lui ha il suo ruolo in questo universo familiare e io sento di volerlo riconoscere con tutta me stessa.
Del resto la vita di noi genitori separati è fatta di piccole fatiche e distanze, compromessi e difficoltà con cui dobbiamo imparare a convivere. Mi consola il fatto che, alla fine, anche i genitori non separati si trovano a combattere contro le stesse avversità.
Con questa consapevolezza tutto cambia, cambiano le prospettive e le aspettative e arriva di colpo  il pensiero positivo, quel pensiero che, da qualsiasi angolazione tu provi a formularlo, è li a ricordarti che, nonostante tutto, a te "non manca proprio niente" per vivere con serenità e dignità.