domenica 25 gennaio 2015

Quel virus chiamato... NOSTALGIA!

Semplicemente accade quando hai  figli piccoli.
Nel bel mezzo di una giornata qualunque, pensi di iniziare a goderti un po' di sano e meritato riposo, osi fare qualche programma di relax, provi a immaginare come sarebbe lasciarsi andare un po', tralasci qualche dovere quotidiano per qualche piacere straordinario...e di colpo la situazione precipita.
In un colpo solo mi sono ammalata io, si sono ammalati i miei figli e il delirio professionale si è scatenato via email. Mi sono sentita persa, sola e con i miei mille proposti di relax finiti chissà dove, smarriti in una diversa realtà parallela. E' pazzesco come una semplice influenza di stagione possa far crollare il mondo e scaricare addosso  fragilità e smarrimento, all'improvviso avevo tremendamente bisogno di aiuto ed ero sola.

E così ho dovuto chiamare il papà dei miei figli.

Scelta sofferta e difficile ma l'unica possibile: io a pochi giorni da un intervento chirurgico nel bel mezzo di un'influenza intestinale e i miei due bambini con febbre a 40 e tanto catarro da smaltire. Non male come quadretto familiare:  aggiungi a questo l'arrivo del tuo ex che ti dorme in casa e che ritrovi in pantofole a giro nella tua cucina.
Fa male l'influenza diffusa, ma fa più male quella familiarità ritrovata anche se solo per poche ore. Familiarità  che porta alla luce vecchie quotidianietà e nuove perplessità. Questo uomo si aggirava per le stanze ed io mi sentivo come in un vecchio film, una di quelle vecchie pellicole che ogni tanto passano alla tv la sera tardi,  ci capiti su per caso, sai di averla già vista ma fai fatica a ricordare  il titolo.
E poi, come in una vecchia canzone di Albano e Romina, è arrivata quella maledetta nostalgia canaglia! E' iniziata a piacermi quella sensazione, mi piaceva che la mia casa fosse  pervasa da quel calore protettivo e rassiucurante che solo un maschio energico e familare sa darti.
Ed è arrivata l'idea folle: ero persa e qualcuno era venuto a salvarmi!
Anche solo se per poche ore mi sono sentita di nuovo "amata", strana sensazione la mia, lui era venuto per i bambini  non certo per me, ma in quel delirio influenzale la mia immaginazione è volata verso mondi lontanissimi. Mondi fatti di "amori ancora possibili" e di "famiglie ancora unite". Ho sognato  attenzioni e carezze e mi è arrivata subito quella sensazione, gratificante e primordiale,  di affidamento e serenità, potevo lasciarmi andare perchè qualcuno si sarebbe preso cura di me. 


Dopo meno di 24 ore mi sono svegliata e il sogno è finito: il mio supereroe stava andando via per lasciare posto ad una tata anziana e ben retribuita.
Per ritornare alla realtà ho pensato bene di far tornare a galla le consapevolezze e le differenze, le motivazioni del passato  e le motivazioni del presente. Dovevo risvegliarmi dal sogno subito e avevo bisogno di agganci reali che mi riportassero velocemente e senza dolore alla mia condizione di mamma sola e separata.
Dopo qualche giorno poi  è tornata la salute e con lei  il diabolico ritmo del quotidiano, insieme a  ricordarmi che la mia solitudine ha un senso e che per ora mi tocca e me la tengo!
E così mi è venuto alla mente un vecchio pezzo di Pino Daniele, uno di quelli che cantavo da piccola quando sono emigrata in Toscana e che ha fatto da sottofondo alla mia separazione, rafforzando le mie convinzioni  e il mio cambiamento.
Mi  sono detta: "ricordi mia cara quando disperata e arrabbiata, delusa e amareggiata, cantavi: 
voglio di più di quello che vedi....voglio di più di questi anni amari"?
Alla nostalgia per "la mia vita che fu" è subentrata  la nostalgia per il mio Pino, cantautore appassionato e concreto, che con la sua musica ha accompagnato la mia adolescenza prima e la mia maturità poi. Ma  questa è un'altra storia e, magari,  se mi va, la racconto un'altra volta.



11 commenti:

  1. Maledetta influenza, sta facendo danni oltre ogni immaginazione. Non ci sono parole, ma soltanto il pensiero per il tuo cuore ferito, il normale bisogno di calore e amore, e il tuo coraggio, la forza di affrontare le difficoltà.
    Ti lascio una frase del film Il corvo "non può piovere per sempre"
    Un abbraccio forte

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    1. Ricorderò la frase nei momenti di difficoltà...grazie per il sostegno e per l'attenzione che mi dedichi.

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  2. E' dura decidere di non accontentarsi: è una salita ripida in cui si può facilmente inciampare nei pensieri "accomodanti".
    Sei umana, sei fatta di calore e desideri calore, affetto, tenerezza, abbandono. Lo avrai a tempo debito, con la persona giusta.
    Sii sempre orgogliosa delle tue scelte, soprattutto se così difficili!
    Ti abbraccio
    Ps: Pino ha accompagnato anche la mia vita, è strano pensare che non scriverà più...

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    1. Mi piace pensare che da qualche parte, in qualche modo che nemmeno so, lui continui a farci arrivare emozioni e musica...."vorrò sempre di più" anche grazie a Pino e non è un "volere di più" accanito e testardo ma è un "volere di più" orientato alla ricerca personale e alla serenità. E sai che ti dico: me lo merito proprio questo "di più" che arriverà!

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  3. le influenze fanno brutti scherzi...scombussolano il solito tran tran e fa emergere nostalgie che sarebbe meglio restassero assopite!!
    Buona giornata :)

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    1. E' strano come il delirio della malattia generi, a volte, pensieri un po' surreali, anche se poi mi chiedo cosa sia "reale" davvero!
      Mi ha fatto piacere conoscerti: sento sintonia con le riflessioni che leggo nel tuo blog.
      A presto!

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  4. il piacere è tutto mio...il tuo blog è stata una piacevole scoperta!!
    Buon fine settimana :)

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  5. Io quando ho l'influenza non solo mi sento estremamente fragile, ma a volte mi viene addirittura da piangere, così senza motivo...e poi quando ci si ammala si ritorna un po' bambini e si ha bisogno di coccole e cure anche se si è più abituati a darne che riceverne. Ma vuoi vedere, cambiando argomento, che siamo conterranee quindi? Finite poi in due in due regioni diverse (la tua bellissima!!! In quale parte di quella meravigliosa regione sei?)

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    1. Capisco bene quella sensazione di coccole e cure a cui fai riferimento, siamo troppo "mamme" e, a volte, ci dimentichiamo di quanto è bello essere "figlie".
      Io vivo a Siena.
      Amo Bologna, amo la sua apertura e la sua confusione emiliana! Ricordo anche io lo stupore di quelle piccole finestre che aprono su una Bologna inedita e tutta da scoprire!
      Se non avessi due bambini piccoli che hanno bisogno del loro papà mi ci sarei trasferita dopo la separazione (ci vive mia sorella e ci vengo ogni tanto).
      Ti abbraccio.

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  6. Grazie per esser passata da me.....così ho potuto scoprire il tuo blog e i tuoi bei post! Mi piace come scrivi e le riflessioni che condividi. Ti seguirò con grande interesse!
    Capisco le sensazioni che descrivi....sono stata anche io sola con mia figlia in alcuni periodi della mia vita...
    Molto bella questa canzone di Pino Daniele, non la conoscevo, nonostante mi sia sempre piaciuto molto, un grande cantautore ma soprattutto un grande musicista!
    Tanti auguri per il tuo "di più"....buona vita ^_^
    Serena

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    1. Grazie a te per il tuo blog pieno di "pillole di consapevolezza".
      Ti confesserò che la parola "enjoy" ha sempre avuto un senso importante per me, non riuscendo a trovare una traduzione soddisfacente in italiano l'ho sempre usata per trasmettere i miei messaggi di "buona vita"...così il titolo del tuo blog mi ha evocato tante cose lontane e vicine.
      Ho la sensazione che continueremo a leggerci......

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