sabato 26 luglio 2014

La mia prima volta


Ho letto il mio primo libro a 7 anni
Ho dato il mio primo bacio a 12 anni
Ho subito il mio primo tradimento a 13
Ho preso il mio primo aereo a 14 anni
Sono andata al mio primo concerto a 15 anni
Ho acquistato il mio primo CD a 18 anni
Ho affittato la mia prima casa a 19 anni
Ho fatto per la prima volta l'amore a 20 anni
Ho preso la mia prima sbornia a 21 anni
Ho fatto il mio primo viaggio da sola a 23 anni
Ho preso la patente e acquistato la mia prima macchina a 24 anni
Mi sono innamorata perdutamente per la prima volta a 25 anni
Mi sono distrutta perdutamente perché lui mi ha lasciato a 26 anni
Ho ricevuto la mia prima busta paga  a 29 anni, lo stesso anno ho acquistato il mio primo pc
Ho trascorso la mia prima notte in barca a 31 anni  e, sempre a 31 anni, ho vomitato per la prima volta in barca
Ho pianto la mia prima morte importante a 33 anni
Ho acquistato la mia prima casa a 34 anni
Ho acquistato la mia prima cucina componibile a 35 anni

Ho partorito la mia prima bambina a 36 anni
Ho acquistato il mio primo rolex a 37 anni
Ho partorito il mio primo bambino a 40 anni
Ho lasciato andare per la prima volta il mio uomo a 43 anni.

Qual'è il senso di tutte queste prime volte?
Ieri sera sono uscita in giardino e l'ho capito.
Ero sola, i bambini erano già a letto,  un grande silenzio mi circondava, solo la luce di una piccola candela alla citronella mi faceva compagnia.
Ho alzato gli occhi al cielo, tutto  mi è sembrato più  intenso e luminoso del solito e  ho visto le stelle.
Erano tantissime e brillanti, sembravano lì per me, mi hanno aperto il cuore e la mente come mai prima.
Mi sembrava di guardarle "veramente" PER  LA PRIMA VOLTA!

domenica 20 luglio 2014

Il mio castello di sabbia

Due giorni fa la tata dei miei figli mi ha chiesto se poteva portare i bambini al mare per una giornata.

Mi sono subito mostrata aperta e disponibile all'idea ma, in realtà, la cosa non mi convinceva per niente. Marisa è piuttosto anziana e suo marito pure, inoltre, il mare dista 100 km da casa e la strada è pessima per arrivarci, senza contare che i miei figli  sono davvero impegnativi in spiaggia perché, presi dall'eccitazione, non sentono e non vedono i  pericoli. Mi ha consolato sapere che anche il papà la pensava come me: tanti dubbi facevano da sottofondo alla nostra ansia. Strano ritrovarsi di nuovo insieme, io e lui con un'emozione da condividere: lasciar andare i  nostri figli per la prima volta!
Ho deciso di concentrarmi sulle cose positive e di mettere da parte la preoccupazione incalzante.  Marisa è un punto di riferimento per me e per i miei figli  anche se ultimamente, un po' perchè  la crisi economica incalza, un po' perchè i figli crescono, la chiamo sempre meno per aiutarmi con i bambini. Questo piccolo break, quindi, poteva  riconsolidare  il legame e far bene alla tata, inoltre, sentivo che poteva essere un passo importante da fare.
Io e il papà abbiamo dato il nostro benestare e i bimbi sono partiti per la loro giornata al mare, senza genitori verso le nove del mattino di un giovedì caldo e afoso.  Due le raccomandazioni condivise con la tata: "chiamami quando arrivi e chiamami quando riparti".  Ho specificato poi che, se non fossero partiti per le 18, avrei chiamato io perchè alle 18.15  mi aspettava un'importante riunione di lavoro.

Ore 10.00: nessuna chiamata
Ore 11.00: nessuna chiamata
Ore 12.00: nessuna chiamata
Ore 12.01: chiamo io ma nessuna risposta
Ore 12.02: chiamo io ma nessuna risposta
Ore 12.03: chiamo io ma nessuna risposta e così via fino alle 13
Ore 13.00: chiama la tata per dirmi che è tutto ok (sono arrivati alle 10.30) e per scusarsi.

Finalmente posso iniziare la mia giornata!
 
Ore 18.00: chiamo io per sapere gli sviluppi sul rientro, nessuna risposta
Ore 18.30: esco dalla riunione e chiamo io ma nessuna risposta
Ore 18.45: nessuna risposta
Ore 19.00: mi chiama la tata per dirmi che è tutto ok e per scusarsi.
A cena rientro a casa, mi sento con il mio ex che mi informa in merito al fatto che i cuccioli  si fermano a mangiare al mare e rientreranno verso le 22.00.
Ore 22.00: nessun rientro
Ore 22.15: nessun rientro
Ore 22.30: nessun rientro
Ore 22.45: chiamo per sapere ma nessuna risposta.


Il mio castello di sabbia, sostenuto da tante buone intenzioni ma da  pochi convincimenti, si stava sgretolando sotto i miei occhi.
Ore 23.00: chiamo e mi dicono che stanno arrivando.
Arrivo alle 23.30: bambini sani e salvi, mamma e babbo alquanto incazzati!

Il giorno dopo urgeva un confronto con la tata e, quindi, l'ho cercato!
Non c'erano molte spiegazioni  in fondo: il tempo era semplicemente volato e le erano sfuggite le possibili ansie di una mamma in erba.
E allora mi sono chiesta: erano giustificate le mie ansie? Aveva un senso il disagio che ho provato?
Ad oggi, ancora non mi sono data una risposta!
Forse perché, ancora una volta, la risposta la cerco con la mente ma, in realtà, dovrei cercarla con il cuore!

lunedì 14 luglio 2014

With or without you

Domani rientrano i miei figli dal mare ed è tempo di bilanci.
Due settimane senza bambini sono tante, tante le riflessioni che arrivano, tante le sensazioni che si provano.

Senza bambini riesci ad avere tempo per prendere un aperitivo con una cara amica.
Senza bambini la colazione del mattino ha l'oro in bocca.
Senza bambini riesci a trattenerti fino a tardi a lavoro.
Senza bambini riesci dopo anni a fare il sonnellino pomeridiano.
Senza bambini le tue giornate sembrano tanto lunghe e ci entrano tante cose.
Senza bambini ti senti piena di energie per dedicarti a te stessa.
Senza bambini hai la possibilità di scegliere tra un buon film da vedere e un buon libro da leggere.
Senza bambini riesci ad assaporare il cibo che prepari e ti accorgi che è buono.
Senza bambini il silenzio diventa un grande amico e consigliere.

Senza bambini fai tanti progetti... da realizzare quando i bambini torneranno. E poi ritornano.

Con i bambini le serate con una cara amica si fanno sempre più rare.
Con i bambini la colazione è una corsa contro il tempo.
Con i bambini la sera esci in orario dal lavoro e, se non finisci, ti porti il lavoro a casa.
Con i bambini la pennica pomeridiana è un lusso che costa caro (puoi trovare la casa distrutta al tuo risveglio!).
Con i bambini le giornate volano e sono piene come una "città di mare a ferragosto".
Con i bambini nemmeno ti poni il problema di dedicarti a te stessa.
Con i bambini il verbo "scegliere" viene rimosso dal tuo vocabolario.
Con i bambini il cibo cambia funzione: deve generare nutrimento e non piacere.
Con i bambini il  silenzio scompare, come  un fantasma spaventato dalla luce del giorno.

Con i bambini quanta fatica!

Poi  capita che lasci scorrere le mille cose a cui pensare, lasci andare i mille ruoli da ricoprire  e inizi a percepire l'energia che generano i tuoi figli, un'energia che si condensa in ogni momento del quotidiano, che fa da sottofondo alle giornate, la palpi e la senti quell'energia.
E  poi,   in un colpo solo,  arriva il senso profondo  e la risposta  a  tutti i tuoi perché.


domenica 6 luglio 2014

Mi pento e mi consolo

Da quando mi sono separata dal mio ex compagno, di solito i miei figli trascorrono le prime due settimane di luglio al mare con il loro papà.
Ad un certo punto della loro vacanza mi mancano così tanto che decido di partire e andare a trovarli.
Lo faccio ogni anno... e  poi mi pento.
Mi pento perché inevitabilmente si ristabilisce quel clima "pre-separazione" che non fa bene a nessuno.
Mi pento perché creo delusione diffusa al non perpetuarsi di quel clima.
Mi pento perché i miei figli mi fanno tante domande a cui non so rispondere.
Mi pento perché mi sento tanto sola quando rientro a casa.
Mi pento perché penso che tutto sommato potevamo essere una bella famiglia.
Mi pento perché, ritrovarsi tutti insieme, mi costringe a rimettere indietro l'orologio della vita.

Poi passa qualche ora, qualche giorno e mi consolo.

Mi consolo perché sono uscita a testa alta da questa maledetta separazione.
Mi consolo perché da sola ora so fare tante cose.
Mi consolo perché i miei figli mi dicono sempre meno spesso "mamma mi manca babbo".
Mi consolo perché sono sicura che un futuro nuovo mi attende.
Mi consolo perché la vita è così, alti e bassi che si alternano ciclicamente e dobbiamo farcene una ragione.
Guai a guardare in giù quando arriva la fase discendente perché si affonda sempre di più.
Guai a guardare troppo in su quando arriva la fase ascendente perché  le aspettative possono farci perdere di vista la realtà.
Perché, come dice la grande Mercedes Sosa, "TODO CAMBIA"!